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L’associazione cuneese di genitori di bambini e ragazzi con autismo sollecita le istituzioni a sostenere economicamente le terapie riabilitative: “noi vorremmo tornare a fare attività utili alla loro inclusione nella comunità, come lo svago e lo sport, motivo per cui siamo nati”

A tre settimane dalla Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo, l’associazione AutismoHelp Cuneo traccia un bilancio sulla giornata stessa, sulle iniziative realizzate a riguardo e, più in generale, sulla situazione che riguarda le persone con autismo e le loro famiglie in provincia di Cuneo.

“Il 2 aprile – commenta il direttivo dell’associazione – rappresenta un momento importante per noi e le nostre famiglie perché, per una giornata, l’attenzione generale è rivolta ad un tema che riguarda e condiziona quotidianamente la vita delle nostre famiglie. Per questo motivo desideriamo ringraziare tutte le amministrazioni comunali ((Borgo San Dalmazzo, Boves, Ceva, Chiusa di Pesio, Cuneo, Fossano, Garessio, Magliano Alpi, Margarita, Mondovì, Morozzo, Peveragno, Pianfei) che, accogliendo la nostra proposta, hanno messo in atto iniziative tese a sensibilizzare la popolazione sull’autismo, una tematica di cui si parla ancora troppo poco”.

Un successo anche l’evento on line organizzato dalla nostra associazione e dalla Consulta della Famiglia del Comune di Fossano, in collaborazione con Progetto HAR e l’associazione Corte dei Folli. Un dibattito a cui hanno preso parte Maurizio Arduino (psicologo e responsabile del Centro per l’autismo e la sindrome di Asperger di Mondovì), Elisabetta Spadoni (docente e autrice di un libro con una storia di autismo) e Stefano Sandroni (educatore e regista teatrale). Un evento trasmesso e tuttora visibile sulla pagina facebook di AutismoHelp Cuneo, seguito da centinaia di persone, nel quale si è cercato di fare una sorta di punto della situazione sull’autismo oggi nel nostro territorio e non solo.

AutismoHelp Cuneo accoglie inoltre con favore e soddisfazione la nascita del “polo adulti” in seno all’ASL CN1. “E’ una cosa che chiedevamo da tempo – aggiunge il direttivo – dunque auspichiamo sia in grado di fornire le adeguate risposte relativamente ad una fascia di età nella quale sino ad oggi non sempre le esigenze delle nostre famiglie sono state pienamente soddisfatte“.

Sull’autismo, tuttavia,  l’associazione sottolinea come ci sia ancora molto da fare. “Pur comprendendo e apprezzando la qualità del lavoro svolto – conclude il direttivo – in particolar modo dal C.A.S.A. di Mondovì, per molte delle nostre famiglie questo non è sufficiente. La nostra associazione nacque vent’anni fa per offrire attività, come lo svago e lo sport, utili all’inclusione nella comunità dei bambini e ragazzi con autismo, ma oggi il nostro contributo viene spesso utilizzato dalle famiglie per il pagamento delle terapie riabilitative necessarie poiché non sempre sono sufficientemente garantite dal servizio pubblico. Per questo motivo rivolgiamo un appello alle istituzioni affinché, con un adeguato intervento, sostengano economicamente i costi delle terapie necessarie ai nostri bambini e ragazzi e la nostra associazione possa tornare, finalmente, ad occuparsi delle questioni per cui è nata, come avrebbe sempre dovuto essere”.

RGB base

Per la campagna si sensibilizzazione di quest’anno, come si è visto nei giorni scorsi, si è scelto di affrontare il tema da un punto di vista differente, sicuramente provocatorio che come scopo ha quello di far riflettere per aprire l’opportunità di un dialogo costruttivo. Il senso del messaggio è crudo ma per noi assolutamente chiaro: le circostanze e la condizione che l’emergenza mondiale ha costretto tutti quanti a cambiare le abitudini e la quotidianità: attraverso delle regole abbiamo provato sulla nostra pelle cosa significa rinunciare ai rapporti sociali più basilari (i pranzi di famiglia, l’aperitivo con gli amici, le vacanze spensierate e il divertimento, le esternazioni e il contatto fisico con gli altri, ecc…). Situazioni e momenti della vita imprescindibili e fondamentali per l’essere umano a cui abbiamo dovuto rinunciare o limitare alle sole persone conviventi. Dal canto nostro, come famiglie, il disagio è stato vissuto come chiunque altro, anche se infondo già preparate ad un tale cambiamento perché, purtroppo non per colpa di un virus ma di una condizione altrettanto invalidante, la vita era già prima scandita da delle regole che per tanti aspetti assomigliano a quelli che oggi, tutti, dobbiamo sottostare. L’impossibilità di stare in spazi affollati, la difficoltà in certi casi di esternare le proprie emozioni attraverso il contatto degli altri a causa di una percezione sensoriale troppo sviluppata, ecc… L’autismo è una condizione che spesso lega le famiglie ai vincoli di tali regole: la cosa positiva è che fortunatamente non vale per tutti, per questo è definito spettro autistico, ma ciò che noi abbiamo voluto mettere in evidenza è quando questo accade noi ci sentiamo impotenti, un sentimento che è difficile da descrivere se non vissuto in prima persona.