La criticità dei finanziamenti pubblici impone per la nostra Associazione una riflessione sulla sua attività.
Un terreno poco sfruttato in passato è stato quello del volontariato, per una serie di motivi, primo fra tutti quello di dover ricorrere a figure professionali di alta specializzazione.
In realtà non sempre il tipo di intervento nella Settimana Attiva si è caratterizzato in questo senso. Ad esempio accompagnare i ragazzi in piscina o in attività do socializzazione potrebbe anche non comportare necessariamente (con taluni soggetti e in situazioni non problematiche) l’utilizzo di psicologi od operatori specializzati.
In questo senso l’esperienza dell’associazione Dioniso mi pare emblematica. La ristrettezza dei finanziamenti (oggi possiamo contare soltanto sui 15.000 euro della Fondazione Crc) impone di utilizzare questi fondi solo per le situazioni più urgenti e complesse o per le rette di attività specifiche (ad esempio l’onoterapia) mentre per le attività di inserimento sociale il ricorso al volontariato (magari dopo corsi di specializzazione) è una soluzione da approfondire.
Il vero problema, rilevato anche dall’associazione Dioniso, è il reperimento dei volontari.
INTERVENTI ONEROSI
Per il resto ci si può indirizzare su tipi di interventi mirati pagati dagli utenti stessi col sistema del privato sociale”, vale a dire con rette diversificate a seconda del reddito, magari con un contributo dell’associazione, e con interventi ad hoc (a seconda delle esigenze) con operatori convenzionati con l’associazione che, però, abbiano partita Iva o che accettino il pagamento tramite vaucer. Con queste fonti di entrata non ha senso avere dei dipendenti.
VOLONTARIATO
La soluzione è la collaborazione stretta con l’associazione Dioniso, andando con loro alla ricerca di volontari. Quindi attivando i corsi (con contributo del Csv) e valutando le esigenze.
Riproporrei un’idea già avanzata in passato: le scuole superiori, ultimi 2 o 3 anni. In sostanza andare dai presidi e chiedere loro di poter incontrare gli studenti per illustrare il progetto. Gruppi di due o tre studenti prendono in carico un ragazzo disabile e una volta (o due) alla settimana lo portano con loro al bar, in giro o in pizzeria, anche a ballare se le condizioni lo permettono. I ragazzi che accettano vengono formati e informati e questa attività garantisce loro un credito scolastico (bisognerebbe battersi con i presidi perché il credito sia abbastanza alto). Sarà necessario avere un coordinatore dei gruppi (per questo potremmo avere un incaricato con un rimborso spese) e un’assicurazione, per cui andrebbero riviste le modalità della nostra polizza.
MODALITA’
Il primo passo è andare a parlare con i presidi, quindi organizzare e stampare il materiale informativo creando una squadra incaricata di andare a parlare con gli studenti, magari con un testo informatico predisposto con slide. Si dovrebbe creare uno spettacolo (anche film) e una presentazione vivace in modo da invogliare i ragazzi a dare il loro tempo.
Su tutto questo mi pare valga la pena di avviare un confronto anche con Arduino e gli operatori che seguono i nostri ragazzi.
Grato per l’attenzione
Claudio Bo